SEO | 3 – Come sta cambiando la SEO nel 2023-24

Nel 2024 i motori di ricerca sfrutteranno sempre di più l’IA per interpretare con maggiore precisione il significato e l’intento dietro una query di ricerca, elargendo risultati più adeguati e personalizzati.

Tuttavia alla base di una buona indicizzazione su Google ci sono sempre state due pratiche principali: le pratiche offsite, cioè il link building (i link in ingresso) e quelle onsite, cioè la strutturazione dei contenuti e del codice.

Nel 2023-24 il 93% di tutti gli acquisti finali su Internet inizia con una query di keywords da un motore di ricerca!

Ne parla approfonditamente l’esperto SEO Serra qua.

Qui sotto i trend del 2024 e del 2022.

In linea di massima potremmo riassumere dicendo che Google vuole:

AI e SGI

Google sta introducendo una nuova esperienza di ricerca su motore (quindi non Gemini – ChatGPT) basata sull’intelligenza artificiale (quindi prodotta da Gemini, ChatGPT e soci).

Come annunciato durante il Google I/O ha dato il via all’implementazione di Search Generative Experience (SGE), una nuova funzionalità che integra i risultati generati dall’intelligenza artificiale in stile ChatGPT direttamente nel motore di ricerca. La funzione è attualmente disponibile per gli utenti statunitensi iscritti al programma Search Labs.

SGE rappresenta un salto significativo rispetto alla tradizionale SERP di Google, caratterizzata dal suo design bianco con dieci collegamenti blu. La nuova funzionalità è in grado di gestire ricerche complesse e presentare informazioni basate sull’intelligenza artificiale in una sezione colorata dedicata, posizionata immediatamente sotto la barra di ricerca.

Google Search attinge informazioni da tutto il web e le organizza in un formato di elenco semplice e intuitivo. Ad esempio, SGE può fornire link per l’acquisto su Best Buy, il più grande rivenditore di elettronica di consumo negli Stati Uniti, oltre ad altri siti web pertinenti.


Ricerca Semantica e “entità più importanti delle keywords”

GOOGLE NEGLI ULTIMI ANNI HA AGGIORNATO I PROPRI ALGORITMI PER RAGGIUNGERE NUOVI OBIETTIVI IN OTTICA DI RICERCA INTELLIGENTE-SEMANTICA.

GOOGLE VUOLE SODDISFARE I BISOGNI DEGLI UTENTI. INTERPRETARE I CONTENUTI DEI SITI WEB PER FORNIRE RISPOSTE SEMPRE PIÙ PERTINENTI. VUOLE COLLOQUIARE E COMPRENDERE I CONTENUTI VOCALI DEI PROPRI UTENTI.

E in questo modo la ricerca organica tende sempre di più a scendere benché in realtà quel che sta accadendo è che tutte le query che evocano riferimenti di business avranno sempre meno risposta organica mentre le ricerche puramente informative privilegeranno ancora una serp organica.


Ad esempio “nutrizione gatti grassi”  viene interpretata come una ricerca informativa (e non attiva neanche degli annunci ADS)

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Mentre cibo gatti grassi evoca di più una richiesta legata al business e infatti Google ci infila la sua piattaforma Google Merchant (che sta in cima alla SERP), gli annunci ADS e poi l’organico.

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Le entità e il Google Knowledge Graph

Chi ha scelto questi giocatori? Sono risultati di un solo sito? No.. sono il risultato di un’analisi dei nuovi algoritmi di Google, che iniziano a percorrere la strada del pensiero soggettivo.

Queste informazioni sono state prodotte all’interno del Knowledge Graph, una raccolta di informazioni generate automaticamente da varie fonti che coprono tantissimi elementi (luoghi, persone, aziende e altro ancora).

Il grafo della conoscenza è una funzione di ricerca semantica che, sin dal principio, ha avuto lo scopo di fornire agli utenti delle risposte precise e complete, anticipando i contenuti classici proposti in SERP dalle risorse Web e migliorando in modo significativo il valore delle informazioni restituite dalle ricerche su Google. Più precisamente, serve a individuare e restituire alle persone informazioni fattuali note pubblicamente quando gli algoritmi ritengono che siano utili.

A questo proposito Google ha tirato fuori il concetto di entità che ha spiegato come:

una cosa o un concetto che è singolare, unico, ben definito e distinguibile“.

Nel contesto della SEO, le entità rappresentano oggetti di conoscenza ben definiti che Google riconosce e cataloga all’interno del suo Knowledge Graph. Questi oggetti possono essere:

  • Persone: nomi di personaggi famosi, politici, sportivi, etc.
  • Luoghi: città, nazioni, monumenti, fiumi, etc.
  • Oggetti: prodotti, brand, opere d’arte, animali, etc.
  • Idee: concetti astratti, teorie scientifiche, eventi storici, etc.

In parole semplici, le entità sono i mattoni con cui Google costruisce la sua comprensione del mondo. Quando un utente effettua una ricerca, Google non solo analizza le parole chiave utilizzate, ma cerca anche di identificare le entità a cui si riferiscono. Questo permette al motore di ricerca di fornire risultati più completi e pertinenti, che includono informazioni come descrizioni, immagini, collegamenti web e altro ancora.


img thanks to: https://www.andreagiudice.eu/blog/cosa-sono-entita-seo/

A proposito di Entità: qualche riga di storia dell’algoritmo..

Queste cose hanno accompagnato l’evoluzione del motore di ricerca e dei suoi algoritmi, prima con l’introduzione di Hummingbird e poi successivamente con RankBrain, con cui Google ha virato su un diverso approccio per capire il significato e l’argomento trattato in una pagina web, basandosi non più soltanto e semplicemente sulle keyword, ma sull’analisi dei concetti contenuti in un testo.

Questo è diventato ancora più evidente negli ultimi anni, con l’introduzione di Google BERT e, successivamente, di Google MUM, due tecnologie basate su intelligenza artificiale e machine learning applicate alle SERP, che riescono a comprendere meglio il linguaggio degli utenti e analizzare in profondità le loro richieste e i loro bisogni.

Capire perché il Knowledge Graph è utile è molto semplice: il motore di ricerca di Google è capace di associare alle query un oggetto e di mettere in relazione logica e semantica più oggetti per offrire all’utente una ricerca più veloce e accurata.

La sua introduzione ha rappresentato un cambiamento epocale nella ricerca, che è passata dalla semplice associazione diretta per “stringhe” (parole ad altre parole) alla comprensione di cose e concetti; di più, il grafo segna il vero inizio dei tentativi di Google di comprendere il search intent e la relazione tra le entità.

Il riquadro infatti sintetizza le informazioni principali sull’oggetto della query, velocizzando dunque la ricerca dell’utente e soddisfacendo il search intent in modo istantaneo e più rapido rispetto alla classica consultazione delle SERP e dei siti. Il box informativo compare nella parte destra della pagina dei risultati, con dati relativi all’entità ricercata ed eventuali notizie aggiuntive in base alla tipologia di query digitata.

E quindi come lavorare sulle entità e sul Google Knowledge graph per migliorare il SEO?

Chi fa SEO non può non tener conto del Knowledge Graph (anche perché la serp si sta mangiando sempre più spazio di risultati organici “normali”) sia per l’entità di riferimento che per il più ampio contesto di attività, cercando soluzioni per entrare nel database di Google e provare a comparire nei Knowledge Panel.

Seguendo i suggerimenti di Search Engine Journal possiamo:

  1. Sfruttare i markup di schema

Il markup schema è invisibile ai visitatori, ma è fondamentale per aiutare il Knowledge Graph a raccogliere informazioni su un brand/attività: dobbiamo quindi inserire tutte le informazioni che ritieniamo rilevanti, come organizzazione, persona e attività commerciale locale.

  1. Restare connessi con Google, Wikidata.org e Wikipedia

La maggior parte delle informazioni sul Knowledge Graph di Google proviene da Wikipedia e da Google stesso, quindi sarebbe cruciale riuscire a creare una pagina Wikipedia per la nostra azienda (da cui Google prenderà in prestito le descrizioni usate nella scheda informativa e, a volte, anche l’indirizzo ufficiale del sito web). Inoltre, possiamo anche comunicare direttamente con Google attivando la verifica di Google Search Console e, se opportuno, la scheda Profilo dell’Attività.

  1. Ottimizzare il Profilo dell’Attività e i social media

Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, la scheda ex Google My Business è un obbligo per le attività commerciali locali, perché ne incrementa visibilità e autorevolezza; in funzione Knowledge Graph, poi, potrebbe servire anche ottimizzare e utilizzare regolarmente gli account sui social media per interagire con i clienti, acquisire nuove recensioni e ottenere citazioni locali.

  1. Verifica gli account sui social media

Sempre a proposito di social media e social network, i profili dei brand possono a volte diventare per Google una fonte prima di informazioni, soprattutto quando non è possibile risalire al sito web ufficiale; in tal senso, avere profili verificati (al netto delle modifiche più recenti ai vari sistemi di spunte) può rappresentare un plus per essere identificati da Google come entità pertinente e rilevante e ottenere quindi l’inserimento nel Knowledge Graph. Un modo in cui Google può riconoscerci come rappresentante ufficiale del brand è attraverso il canale YouTube, che dà la facoltà di richiedere modifiche alla scheda Knowledge Graph.

  1. Curare i contenuti e le informazioni

L’ultimo – e più generale – consiglio è quello di curare sempre i contenuti pubblicati su sito e social (cercando sempre di intercettare i criteri di qualità e utilità richiesti da Google) e, al tempo stesso, verificare che le informazioni presenti sulle varie fonti siano coerenti e precise. Ciò include anche il check alla scheda Knowledge Graph eventualmente ottenuta, attivando se necessario il processo di richiesta di una modifica nel caso di presenza di errori o informazioni non precise.

Alcune operazioni sono più “semplici” e dovrebbero essere ormai di routine, come aggiungere schema.org al sito, usare dati strutturati senza errori, creare una scheda di Profilo dell’Attività se siamo un business con sede fisica e tenerla aggiornata, avere un profilo backlink rilevante grazie anche a una link building più strategica, oltre che ovviamente dare priorità alla creazione dei contenuti di qualità, che trattini i topic in modo ampio e profondo e rispondano al search intent delle persone.

Stiamo parlando di ricerca semantica quindi

Interpretare i contenuti dei siti web. Capire il contesto insomma. E qui ci addentriamo nel web semantico e nel mondo degli algoritmi di Google e in particolare di RankBrain.Rankbrain è un componente del più grosso algoritmo Hummingbird, che tra le altre cose custodisce altri algoritmi dei quali hai già sicuramente sentito parlare, come per esempio Panda, Pigeon, Penguin e Pirata.

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Nella pratica per assecondare le novità di Google è necessario lavorare sulla qualità delle proprie pagine web. Cosa significa?

Aumentare il CTR (click trough rate, cioè il numero di click sul sito rispetto al numero delle visualizzazioni dello stesso) delle singole pagine

Aumentare le conversioni che devono essere impostate su ADS o Analytics (ad esempio se ho una landing page che fa lead generation google vuole che la mia pagina produca molti lead!)

Lavorare su SEO Copywriting emozionale. Insomma non più “Cibo in scatola per Gatti Grassi – FattyCatPlus – Acquista ora” ma “Il tuo gatto tornerà felice e smilzo con FattyCatPlus, il cibo per gatti in scatola che piace al 93% dei gatti sovrappeso.

Richieste vocali

Interagire sempre di più con le richieste vocali e fornire le risposte a bisogni specifici che vengono espressi attraverso formule colloquiali. Pensiamo all’ok Google dei dispositivi android e a Google Home. Ne parla approfonditamente Ninja Marketing qui.  Nella pratica cambierà molto la strategia di base anche a livello di seo copywriting. Meno keyword e più concetti. Più longtail e più local business.


Position ZERO e Dati Strutturati (rich snippet e schema.org)

Fornire risposte più strutturate e più utili per l’utente. Qui entrano in scena i rich snippet e schema.org. Il Rich Snippet, arricchisce il risultato dello snippet normale di google (il sito nella SERP con “titolo”, “url” e “descrizione”) con elementi aggiuntivi che verranno visualizzati dall’utente su Google che, come vedremo dopo, possono essere stelline (valutazioni/recensioni), prezzi, video e nominativo dell’autore che ha realizzato tal contenuto.10ricette-su-serp-googleSchema.org è il nuovo vocabolario utilizzato dai crawler per interpretare le informazioni sui siti Web e sulle varie pagine. L’obiettivo è quello di migliorare la ricerca web creando uno schema di markup dei dati strutturati per gli snippet supportato dai principali motori di ricerca relativi al “rating”, alle “persone”, ai “luoghi”, agli “eventi”, le “ricette” ecc.. Ecco un esempio di come e dove implementare i markup di schema.org:

Approfondisci schema.org qui

 Schema.org e richsnippet su wordpress a mano e con plugin


Google generated content

Come anticipato con schema.org fornire risposte generate direttamente da Google (grazie ad integrazione Google MyBusiness e Google ADS) come quella qua sotto relativa alla query Hotel+Rimini. Schermata 2019-03-22 alle 11.51.57

Featured snippet & Position Zero

A proposito di Contenuto generato da Google..  featured snippet è lo snippet restituito  per una specifica query, mostrato immediatamente sopra ai risultati organici e incorniciato in un apposito riquadro. Può essere solo testuale oppure presentarsi insieme a un’immagine o un video. Viene chiamato anche risultato zero, perché non si sostituisce al primo risultato organico di Google, ma si aggiunge agli altri elementi della Serp.

Lo  scopo del featured snippet è fornire la risposta migliore all’esigenza dell’utente,  spesso direttamente in Serp.  Generalmente, infatti,  i featured snippet  rappresentano delle risposte a specifiche domande, siano esse esplicite o implicite (es. come lavare una macchina).

In questi casi non è neanche necessario cliccare sul risultato per soddisfare la propria esigenza informativa. Il featured snippet risponde perfettamente alla nostra domanda.

In altri casi invece il risultato zero può  presentarsi come risultato di query informazionali più generiche, che l’utente può approfondire cliccando sullo snippet.

Google sceglie se e quali featured snippet  mostrare in maniera del tutto arbitraria. In alcune Serp questi risultati  sono completamente assenti.  Quindi non esiste un modo sicuro per raggiungere il tanto ambito risultato zero.

Il metodo per riuscire ad essere in position zero grazie ai featured snippet è lavorare al meglio con i dati strutturati (vedi capitolo su rich snippet in SEO onsite in qusta pagina).

Il secondo consiglio è quello di lavorare sul search intent dell’utente (vedi intento di ricerca su questa pagina), cercando di fornire, a seconda dei casi, la risposta migliore alla sua domanda o il contenuto più esaustivo possibile.


Local search | Google Attività (ex MyBusiness)

Già da tempo Google fornisce risposte geolocalizzate che intercettano i dati di Google My Business. (che dal 2023 si chiama Google Attività). Ormai non è più necessario cercare pizzeria torino.. è sufficiente scrivere pizzeria!


Velocità

Google premia i siti che si caricano in massimo 2.5 secondi. Quanto impiegano le tue pagine a caricarsi? E quanto impiegano da cellulare con una connessione scarsa?

Se il tempo di caricamento supera i 2.5 secondi, corri ai ripari. Le cause della lentezza possono essere tante, quindi il tuo sito andrebbe analizzato nel dettaglio per capire come intervenire. Ma solitamente le cause più frequenti sono:

  • pesantezza di immagini e video (controlla che le tue immagini non pesino più di 100-200 KB);
  • host scadente;
  • tema pesante

Testa: Core Web Vitals


Modifiche ai CTR per posizioni SERP

Con lo scorrimento infinito ora disponibile sia su dispositivi mobili che desktop, Google ha reso molto più semplice per gli utenti scorrere più pagine di risultati SERP per trovare il contenuto che cercano.

Nel corso degli anni, il rapporto tra posizione in classifica e CTR è rimasto abbastanza consistente, con la maggior parte dei clic che vanno ai primi tre risultati.

Ma nel 2024, è probabile che le percentuali di clic subiscano un impatto poiché gli utenti navigano più facilmente su più pagine dei risultati di ricerca. “Prima” ci si fermava ai primi 3 o 4 risultati!

Sebbene arrivare alla prima pagina sia ancora l’ideale, essere sulla seconda o terza pagina avrà più vantaggi rispetto a una volta grazie allo scorrimento infinito. Quindi assicurati di ottimizzare quei titoli di pagina e le meta descrizioni e di utilizzare funzionalità come schema markup per rendere i contenuti più coinvolgenti e cliccabili nelle SERP.