SEO | 3b – Come sta cambiando la SEO nel 2024-25 con l’AI
L’introduzione dell’intelligenza artificiale (AI) sta trasformando profondamente il mondo della SEO influenzando il modo in cui i motori di ricerca indicizzano e classificano i contenuti, così come le strategie che le aziende e i marketer devono adottare per ottenere visibilità online.
Intanto, i dati:
Percentuali di utilizzo: AI vs motori di ricerca tradizionali
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Utilizzo dell’IA per le ricerche: Secondo un sondaggio condotto da Higher Visibility nel febbraio 2025, il 71,5% degli intervistati ha utilizzato strumenti di IA per le ricerche, sebbene solo il 14% li utilizzi quotidianamente. searchengineland.com
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Preferenza per i motori di ricerca tradizionali: Nonostante l’aumento dell’uso dell’IA, il 79,8% degli utenti continua a preferire Google o Bing per le ricerche di informazioni generali. searchengineland.com
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Previsioni future: Gartner prevede che entro il 2026 il volume delle ricerche effettuate tramite motori di ricerca tradizionali potrebbe diminuire del 25%, a favore di chatbot e agenti virtuali basati su IA.


Questo è uno snippet in primo piano (featured snippet), un contenuto zero. Google lo estrapola dai siti con maggiore credibilità e autorevolezza e non c’entra con l’AI.

Questo è uno snippet generato dall’AI (ai overview) ed è un aiuto di Google (che usa Gemini) per dare una risposta rapida adatta ad alcuni termini di ricerca. Ma non a tutti! Quando lo usa? Non è facile da predire, secondo Google stesso quando:
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Query complesse o multi-step
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Es. “Come progettare un itinerario per 10 giorni in Giappone”
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Query che richiedono spiegazioni
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Es. “Come funziona l’energia nucleare”
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Query esplorative o da principiante
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Es. “Come iniziare a investire”
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Domande in linguaggio naturale
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Es. “Qual è la differenza tra MBA e master in management?”
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Argomenti per cui Google è “confidente” di avere fonti affidabili
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L’AI Overview appare solo quando i modelli hanno alta fiducia nella qualità delle fonti sottostanti.
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..quindi..
Sempre più utenti usano le AI per reperire informazioni online. Cosa cambia per la SEO?
Cambio nel funnel del traffico
- Prima: gli utenti cercavano su Google → cliccavano su siti → generavano traffico organico.
- Ora: molti ottengono risposte direttamente dal chatbot, saltando il clic.
Impatto: calo del traffico organico, soprattutto per contenuti informativi e non transazionali (es. “come cucinare il riso”).
Visibilità “zero-click”
- Le AI rispondono in modo sintetico e citano raramente le fonti (o le usano solo come base).
- Come già avvenuto con gli snippet di Google, questo porta a “zero-click searches”: l’utente ottiene ciò che cerca senza visitare alcun sito.
Impatto: più difficile ottenere click reali, anche se si è primi nei risultati o si viene citati da un’AI.
Valore del contenuto cambia
- L’algoritmo di ranking si sposta da SEO tradizionale a AI-preference: le AI scelgono contenuti di alta qualità, autorevoli, ben strutturati e originali.
- I contenuti generici, superficiali o scritti solo per “acchiappare keyword” perderanno visibilità.
Impatto: bisogna scrivere per essere utili all’AI più che per scalare Google.
Strategie SEO emergenti
Nuove strategie stanno nascendo:
- “AI Optimization”: ottimizzare contenuti per essere scelti come fonte dalle AI (struttura chiara, dati ben formattati, aggiornamenti frequenti).
- Contenuti proprietari: puntare su dati unici, case study, opinioni esperte — contenuti non replicabili facilmente dall’AI.
Ruolo del brand
Con meno clic disponibili, il valore del brand riconoscibile aumenta:
- Se l’AI cita il tuo brand come fonte affidabile, ottieni autorità.
- Se l’utente riconosce il tuo nome tra i pochi link suggeriti, è più probabile che clicchi.
Creare contenuti con l’AI ha influenze negative sulla SEO?
Scrivere contenuti web con l’AI non influisce negativamente sulla SEO, a patto che siano rispettati alcuni principi fondamentali di qualità tradizionali!
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Contenuti utili e originali: Se il contenuto risponde bene alle esigenze degli utenti, è informativo, chiaro e ben scritto, Google non penalizza il fatto che sia stato creato (in parte o del tutto) con l’aiuto dell’AI.
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Esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità (E-E-A-T): Google valuta la qualità anche in base a questi criteri. Se l’AI è usata per potenziare contenuti esperti (e non per ingannare), va bene.
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Revisione umana: I contenuti generati con AI devono essere controllati, corretti, adattati allo stile e verificati. L’output “grezzo” dell’AI può risultare piatto, vago o errato.
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Evitare il keyword stuffing: L’uso eccessivo e meccanico di parole chiave, anche se suggerito o prodotto da un’AI, penalizza la SEO.
E quindi cosa bisogna fare per fronteggiare l’AI e migliorare la SEO?
1. Ottimizzazione basata sui dati e AI-driven SEO
L’AI sta aiutando i professionisti della SEO a ottimizzare i loro contenuti e siti web in modi sempre più sofisticati, attraverso strumenti basati sull’intelligenza artificiale che possono:
– Analizzare il comportamento degli utenti: l‘AI è in grado di esaminare grandi volumi di dati comportamentali degli utenti (come il tempo di permanenza sul sito, il tasso di clic e il tasso di conversione) per determinare quali fattori contribuiscono maggiormente al posizionamento e suggerire miglioramenti.
– Generazione automatica di contenuti SEO-friendly: l’intelligenza artificiale può generare testi ottimizzati per la SEO, usando strumenti come GPT-3 o modelli linguistici più avanzati. Questi contenuti, se ben progettati, possono essere di supporto nelle campagne SEO, anche se la qualità e l’intento del contenuto devono rimanere una priorità per evitare penalizzazioni.
– Analisi dei competitor: strumenti di AI possono analizzare i siti web della concorrenza per determinare quali parole chiave stanno usando, quali backlink hanno e quali sono i contenuti di maggior successo, offrendo insight strategici per migliorare il proprio posizionamento.
2. SEO on-page più evoluta
L’AI sta migliorando vari aspetti dell’ottimizzazione on-page tra cui:
– SEO semantica: l’intelligenza artificiale favorisce la comprensione dei concetti semantici nei contenuti, aiutando a ottimizzare le pagine non solo per parole chiave esatte, ma anche per intenti e argomenti correlati. Questo migliora la rilevanza complessiva del contenuto rispetto alla query dell’utente.
– Ottimizzazione della UX (User Experience): i motori di ricerca danno sempre più importanza alla qualità dell’esperienza utente. Strumenti AI aiutano a migliorare aspetti come la velocità di caricamento, la struttura delle pagine, la facilità di navigazione e la mobile-friendliness, tutti fattori critici per il ranking.
3. SEO tecnica migliorata con l’automazione
L’AI sta rendendo l’ottimizzazione tecnica molto più efficiente, automatizzando attività complesse o ripetitive come:
– Crawling e indicizzazione intelligente: l’AI può analizzare grandi siti web, trovare errori tecnici (ad es., link rotti, problemi di struttura dei dati) e fornire suggerimenti per correggerli. Strumenti come Screaming Frog*e DeepCrawl*utilizzano l’AI per analizzare i dati tecnici in modo più veloce e accurato.
– Prevenzione degli errori SEO: l’intelligenza artificiale è in grado di identificare automaticamente potenziali problemi, come tempi di caricamento lenti, errori 404, contenuti duplicati, e suggerire modifiche preventive.
4. Search Intent e User Intent
Un cambiamento significativo introdotto dall’AI nella SEO è il focus crescente sulla comprensione dell’intento dell’utente (search intent). I motori di ricerca sono diventati molto più bravi a interpretare non solo ciò che gli utenti digitano, ma anche cosa stanno effettivamente cercando di ottenere con una query:
– Ottimizzazione per l’intento: piuttosto che concentrarsi solo sulle parole chiave, la SEO moderna deve comprendere e anticipare il tipo di risposta o risultato che l’utente si aspetta (informativo, transazionale, commerciale o navigazionale). L’AI gioca un ruolo cruciale nel riconoscere queste sfumature.
– Esperienze di ricerca personalizzate: con l’AI, i motori di ricerca stanno diventando sempre più personalizzati. I risultati di ricerca possono variare per ogni utente in base a fattori come la cronologia delle ricerche, la posizione geografica e il comportamento precedente.
6. Ricerca vocale e AI-driven
L’intelligenza artificiale ha alimentato anche l’ascesa della ricerca vocale, grazie a tecnologie come Google Assistant, Alexa e Siri:
– Ottimizzazione per la ricerca vocale: i contenuti devono essere ottimizzati per query più conversazionali e naturali, dato che la ricerca vocale tende a utilizzare frasi più lunghe e domande dirette. L’AI migliora la capacità dei motori di ricerca di comprendere il linguaggio naturale utilizzato nelle query vocali.
– Rich snippets e risposte dirette: strumenti come i “featured snippets” e le “risposte dirette” stanno diventando sempre più importanti, poiché forniscono risposte rapide alle query vocali, spesso basate su modelli di apprendimento automatico che identificano i contenuti più rilevanti.
7. Contenuti visual e multimodali
Google sta investendo molto nella ricerca multimodale grazie a modelli come MUM, che possono combinare testo, immagini e video per rispondere a query complesse. Ciò significa che:
– Ottimizzazione dei contenuti visivi: le immagini e i video devono essere ottimizzati non solo con tag e descrizioni pertinenti, ma anche con un contesto che renda facile all’AI comprendere il contenuto visivo e il suo valore.
– AI generativa: strumenti come DALL·E o Stable Diffusion stanno aprendo la strada a nuovi tipi di contenuti visivi generati dall’intelligenza artificiale, che possono essere utilizzati per arricchire pagine web e migliorare la SEO.
8. Local SEO potenziata dall’AI
Per le aziende locali, l’AI ha migliorato il modo in cui i motori di ricerca comprendono l’intento locale degli utenti. La local SEO viene potenziata dall’AI attraverso:
– Risultati di ricerca iperlocalizzati: l’intelligenza artificiale tiene conto della posizione esatta di un utente per fornire risultati sempre più personalizzati. Ottimizzare le schede Google My Business, recensioni e contenuti localizzati è più importante che mai.

